Lesioni cutanee e da decubito
Lesioni cutanee e da decubito: come riconoscerle e curarle
Le piaghe da decubito sono delle lesioni cutanee difficili da guarire e, se non opportunamente curate, portano alla necrosi dei tessuti. Nei casi più gravi possono raggiungere lo strato sottocutaneo, fino ad intaccare muscoli e ossa o ad altre strutture sottostanti come tendini o capsule articolari. Le piaghe da decubito, se molto estese, sono un segnale prognostico negativo per la sopravvivenza stessa della persona. Possono colpire soggetti di qualsiasi età, ma è nell’età avanzata che si ha la maggiore incidenza di tale sintomatologia.
Queste ferite si generano, solitamente, nei pazienti costretti all’immobilità per varie ragioni e che assumono a lungo una posizione statica.
Le ferite non sono causate, quindi, da una patologia congenita degenerativa, né da infezioni dovute a tagli o lesioni superficiali, ma si formano Quando un tessuto molle si trova compresso fra una prominenza ossea (ad es. trocantere, sacro, occipite, talloni, gomiti, caviglie, padiglione auricolare ecc.) ed una superficie esterna (ad es. materasso, sedia, carrozzina, ecc.) per un periodo di tempo prolungato che varia da soggetto a soggetto, i vasi sanguigni di quell’area collabiscono e si verificano dapprima ischemie e rossori, fino ad arrivare alla morte di tessuto (necrosi).
La pressione perpendicolare del peso corporeo non è l’unica forza che causa l’insorgenza di complicanze ipossiche, ischemiche o necrotiche; ad essa, infatti, si aggiungono stiramento e frizione:
- con stiramento si intende quella forza esercitata parallelamente al piano di appoggio, determinata dallo slittamento dei segmenti corporei da una posizione ad un’altra se non sorretti adeguatamente. In questo modo si produce una trazione dei tessuti molli superficiali ancorati alle fasce muscolari profonde, con effetto di stiramento, possibile angolazione, microtrombosi, ostruzione e recisione dei piccoli vasi, ipossia e conseguente necrosi tissutale profonda;
- con frizione si intende la forza esercitata tra due superfici a contatto che, muovendosi l’una contro l’altra (biancheria personale/biancheria dell’unità di degenza con la superficie corporea), provocano l’asportazione degli strati più superficiali, cosa che rende l’area estremamente suscettibile agli eventi lesivi.
I casi in cui si possono formare le ulcere da decubito
Come abbiamo detto, la staticità della posizione è la causa della formazione di queste lesioni cutanee da decubito, per cui è necessario conoscere le ragioni che possono portare il paziente a sviluppare questo tipo di ferite.
Tutti i pazienti costretti ad immobilità prolungata rischiano la necrosi dei tessuti del derma, ma non tutti hanno accanto familiari con l’esperienza necessaria o le competenze adeguate a prevenire la formazione, riconoscere e curare le ferite.
Punti critici più comuni per la formazione delle piaghe da decubito:
Posizione supina: regione sacrale, apofisi spinose vertebrali, spina della scapola, nuca e talloni. | |
Posizione laterale: regione trocanterica, cresta iliaca, malleoli, bordo esterno del piede, ginocchio, spalla, gomito, padiglione auricolare. | |
Posizione prona: zigomo, regione temporale, padiglione auricolare, arcate costali, spina iliaca anterosuperiore. | |
Posizione seduta: gomito, coccige, regione ischiatica, aree compresse dai bordi della sedia, da ciambelle, cuscini. |
Si individuano quindi delle zone anatomiche ben precise ove si determineranno con più probabilità le lesioni da decubito. La formazione di un decubito, in qualsiasi parte del corpo, ci informa che esiste un rapporto pressione/tempo che va ridotto attraverso un’ azione riabilitativa e cambi di posizione indicati da personale competente. Come prevenire le lesioni cutanee e da decubito. Prima di arrivare a parlare dei metodi curativi è bene specificare che è possibile operare in termini di prevenzione. La prima cosa da fare è quella di stimolare la circolazione del sangue, esortando e aiutando il paziente a cambiare posizione ogni 2 ore. Non sempre, però, è facile sollevare e far muovere un paziente allettato, ma soprattutto coloro che, per ovvie ragioni, non possono collaborare: è il caso delle persone affette da una grave forma di obesità, il cui peso è eccessivo; nei pazienti tetraplegici o affetti da Sclerosi Multipla, Sclerosi Laterale Amiotrofica (Slà) o altre patologie invalidanti in cui i pazienti seppure coscienti e vigili non possono collaborare; le persone con traumi o lesioni ossee, il cui movimento sbagliato può causare altri rischi e quindi sono costrette all’immobilità. Gli operatori sanitari, come medici e infermieri, ma anche gli OSS (operatori Socio Sanitari) sono sicuramente di grande sostegno e aiuto per i familiari di un paziente in determinate condizioni.
- Un altro importante accorgimento per prevenire le piaghe da decubito è quello di utilizzare solo materiale traspirante e delicato, sia per l’abbigliamento del paziente, che per la biancheria da letto; anche l’utilizzo di un appropriato materasso antidecubito è fondamentale nella prevenzione. I migliori materassi antidecubito attualmente in commercio sono quelli con i sensori, che avvertono immediatamente una pressione maggiore, in un qualsiasi punto del corpo e provvedono a scaricarla, peculiarità che i comuni materassi ad aria o acqua non hanno, in quanto la loro programmazione prevede solo un ciclo continuo a celle alternate, standardizzato.
Sono assolutamente da evitare i tessuti sintetici, gommosi, elastici, ruvidi. Lo sfregamento ripetuto, l’eccesso di sudorazione e qualsiasi presidio che crei umidità (pannolone, traversa ecc.) contribuiscono alla formazione delle piaghe. Come riconoscere le lesioni: Le piaghe da decubito, se non curate, possono portare il paziente alla morte. Per questo è fondamentale imparare a riconoscere prontamente i sintomi e rivolgersi tempestivamente al proprio medico.
Vediamo quali sono le fasi di propagazione della piaga:
Grado 1: Eritema non riducibile con cute integra, considerata quale lesione che precede l’ulcera cutanea
Grado 2: Perdita parziale di sostanza a carico della cute che interessa l’epidermide e/o il derma. L’ulcera è superficiale e si presenta, clinicamente, come abrasione, vescicola o cavità superficiale .
Grado 3: Perdita di sostanza cutanea a tutto spessore con danno/necrosi del tessuto sottocutaneo che può estendersi fino alla fascia sottostante, ma senza superarla. Clinicamente l’ulcera si presenta come una cavità profonda, con o senza margini sottominati
Grado 4: Perdita cutanea a tutto spessore con vasta distruzione, necrosi tissutale o con danno esteso al muscolo, all’osso o ad altre strutture sottostanti come tendini o capsule articolari.
Lesione chiusa: Area di tessuto colliquato subepidermica, con una piccola lesione superficiale, apparentemente di scarso significato clinico. E’ necessario eseguire un’indagine radiologica ed ecografia per una corretta valutazione dell’estensione e dei rapporti con gli altri tessuti, per il pericolo di infezioni sistemiche.
Se un vostro familiare è costretto all’immobilità prolungata è bene monitorare la situazione e chiedere sempre un consulto al proprio medico di fiducia.
Curare in modo efficace le piaghe: pulizia e detersione.
La prevenzione, come abbiamo detto, è necessaria ad impedire la formazione delle ulcere. Ma è anche importante sapere come pulire, detergere e curare le piaghe qualora dovessero formarsi. Un errore assolutamente da evitare è quello di usare disinfettanti sulle lesioni, banditi ormai da decenni, in quanto sono irritanti per cute e mucose, sono citotossici e poco selettivi e inattivano l’azione degli enzimi proteolitici e distruggono i fibroblasti. Rallentano i processi di cicatrizzazione ed ostacolano la riepitelizzazione, rallentando la guarigione. Se espressamente richiesta dal medico, l’antisettico da preferire nella disinfettazione è la clorexidina gluconato in soluzione acquosa allo 0,05 % dotata di una buona attività antisettica, un’ottima tollerabilità e bassa citotossicità. Mentre l’impiego di antibiotici topici è riservato esclusivamente nel trattamento di lesioni chiaramente infette, limitatamente al caso in cui l’utilizzo di antisettici e una detersione accurata o altri tipi di trattamento, protratta per 2-4 settimane, non sia stata risolutiva per l’abbattimento della carica batterica presente sulla lesione impedendone la guarigione. L’uso di eventuale antibiotico topico sulla lesione, deve essere richiesta da un’ infettivologo. Quindi:
- Il sangue deve circolare correttamente, per evitare la compressione dei vasi sanguini e il formarsi delle piaghe.
- Se si è impossibilitati ad eseguire i cambi di posizione del paziente allettato ogni 2 ore utilizzare ausili antidecubito (materasso).
La cosa fondamentale rimane, che si deve, invece, pulire e detergere la ferita con prodotti e presidi idonei, ma prima di ogni azione, è fondamentale chiedere sempre al proprio medico di fiducia.
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